Angela non è un angelo. È marketing, bellezza.
La Germania di Angela Merkel ha deciso di “aprire le porte ai rifugiati”. Ne accoglierà 500 mila.
E su tutti i media, improvvisamente, la Germania diventa buona. C’è chi addirittura (più d’uno, arriva a sostenere che con questo gesto i tedeschi “chiudono i conti con il loro passato dopo 70 anni”
Violenza e economia globale
Ecco l’infografica prodotta dall’ Institute for Economics and Peace, che ha calcolato l’impatto economico della violenza sull’economia globale. La traduzione è della Rete Italiana per il Disarmo.
Milano mia
Sbaglia, probabilmente perché si è limitato a guardare un video online, chi pensa che dietro a Pisapia ci fosse la “maggioranza silenziosa”, la “reazione”, la “milano bene” e radical chic
Milano, primo maggio 2015. Un’occasione sprecata
Tutta la mia solidarietà al sindaco Giuliano Pisapia, alla città di Milano, ai cittadini cui un branco di imbecilli e delinquenti ha fatto danni. La sensatezza delle forze dell’ordine, che non hanno mai cercato lo scontro diretto, ha evitato il peggio. Scusate anche il ritardo di questo mio. Ma per non dire cose a caso sono stato dietro al branco di imbecilli fino a poco fa. Mi spiace anche per quelli che portavano idee giuste e sensate in quel corteo. E che sono stati resi anche loro nemici della città nel sentir comune.
Diseguaglianza sociale e coalizione necessaria
C’è bisogno di costruire un progetto concreto che metta insieme le competenze e le idealità necessarie a migliorare la vita di tutti. Perché dannatamente concreta è la forza di chi sottrae le nostre ricchezze e le concentra in poche mani rendendo concretissima la disperazione di molti.
Dove siamo messi? Siamo messi malissimo.
Forse, per non essere del tutto pessimisti, possiamo guardare a quel milione di persone che sono state in piazza San Giovanni sabato scorso. E che hanno portato un po’ di vento nella stagnazione delle intelligenze. Ma abbiamo bisogno “che questo vento si trasformi in uragano. Di speranza”.
Oh, lo dice il Papa, non un pericoloso sovversivo. E fors’anche per questo siamo messi malissimo.
La discussione sull’articolo 18 è una presa in giro
L’Italia è al di sopra della media mondiale, non già di quella dei paesi industrializzati, come facilità di licenziamento. Eppure siamomo qui a farci prendere per i fondelli sull’articolo 18 invece di discutere su come rendere meno attraenti gli investimenti finanziari rispetto a quelli produttivi
Renzi e l’articolo 18: il no all’abolizione viene dai giovani
Il giovane Renzi ha preso la sua prima toppa. E l’ha presa soprattutto tra i giovani, cui sempre la sua retorica fa riferimento. Il 55% dice no all’abolizione dell’articolo 18