Milano mia
Sbaglia, probabilmente perché si è limitato a guardare un video online, chi pensa che dietro a Pisapia ci fosse la “maggioranza silenziosa”, la “reazione”, la “milano bene” e radical chic
Diseguaglianza sociale e coalizione necessaria
C’è bisogno di costruire un progetto concreto che metta insieme le competenze e le idealità necessarie a migliorare la vita di tutti. Perché dannatamente concreta è la forza di chi sottrae le nostre ricchezze e le concentra in poche mani rendendo concretissima la disperazione di molti.
Dove siamo messi? Siamo messi malissimo.
Forse, per non essere del tutto pessimisti, possiamo guardare a quel milione di persone che sono state in piazza San Giovanni sabato scorso. E che hanno portato un po’ di vento nella stagnazione delle intelligenze. Ma abbiamo bisogno “che questo vento si trasformi in uragano. Di speranza”.
Oh, lo dice il Papa, non un pericoloso sovversivo. E fors’anche per questo siamo messi malissimo.
La discussione sull’articolo 18 è una presa in giro
L’Italia è al di sopra della media mondiale, non già di quella dei paesi industrializzati, come facilità di licenziamento. Eppure siamomo qui a farci prendere per i fondelli sull’articolo 18 invece di discutere su come rendere meno attraenti gli investimenti finanziari rispetto a quelli produttivi
Ciao Sub-Com, ma io voglio continuare ad essere…
voglio continuare ad essere un nero in Sudafrica, un gay a San Francisco (oggi in Russia, o in Iran, o nel nostro democratico Afghanistan)…
La desolazione del Pd nel “manifesto” del suo segretario Renzi. Altro che sinistra.
Nel “manifesto” del segretario del Pd non c’è traccia di sinistra. Anzi ripropone esplicitamente le linee di quella destra che ha riconquistato le posizioni che aveva perso nel ‘900
Sardegna è possibile. E l’Europa possibile?
L’occasione c’è ed è ghiotta. Non si chiama Michela Murgia ma Alexis Tsipras. Anche lui parla di Politica con la p maiuscola.
Con Tsipras, il vento di un’altra Europa
Non possiamo cedere i nostri diritti vincolandoli alle politiche di gestione del debito, dove più debito corrisponde a meno diritti esigibili. E una risposta utile, qualunque essa sia, non deve chiudersi in un percorso nazionale, per quanto sia buona cosa e utile cominciare dal proprio cortile.
Non è un desiderio messianico di un futuro gioioso ma inarrivabile. È un’esigenza di cambiamento, fuori dal quale rimangono solo le catene dell’asservimento, e un vento freddo che gela e cristallizza il futuro di queste terre.