Cosa alimenta il terrorismo?
Oggi Ilvo Diamanti, su Repubblica con la sua “Bussola”, si interroga sulle “ragioni dell’odio che sale intorno a noi”, avendo chiaro che la cosiddetta guerra jihadista non è una spiegazione sufficiente.
E, come hanno fatto in tantissimi, si appiglia alla spiegazione dello scontro generazionale. Delle seconde generazioni di immigrati che non si riconoscono francesi ma non si riconoscono nemmeno nei loro Paesi di origine. E trasformano l’uccisione dei genitori di freudiana memoria in massacri collettivi per colpa dello spaesamento e dell’isolamento in cui si ritrovano che non permette loro di utiizzar metafore nello scontro generazionale.
Consiglierei a Ilvo Diamanti (e a tutti i pochi miei lettori) di leggersi questa interessante intervista uscita su l’Espresso qualche giorno fa. E poi di farsi un giro per le strade di Cannes o di Saint Tropez la sera.
Cannes e Saint Tropez, peraltro vicinissime a Nizza, sono due località balneari francesi note per essere i templi del jet-set. Ma se il jet-set di ieri erano gli attori le attrici, gli intellettuali e la borghesia colta internazionale, quello di oggi è assai diverso: arabi ipertroficamente ricchi e escort di altissimo bordo caratterizzano a vita notturna della costa azzura più esclusiva.
Quel mondo sognato dai ragazzini border line ben descritti nell’intervista a Said Ramzi, un mondo fatto di bellissime vergini da scopare e di ricchezza a portata di mano è lì, reale e visibilissimo.
Un mondo fatto di yacht lunghi cento e più metri dai nomi orientaleggianti e scritti in lettere d’oro (non metaforicamente parlando), di Ferrari, Bentley, Lamborghini, Rolls Royce di ogni foggia e colore. E di donne in vendita e a disposizione. Donne di ogni foggia e colore anche loro, e altrettanto pacchiane delle automobili e degli yacht.
Questo è il modello di vita che il loro mondo propone ai giovani jihadisti. Un modello di vita che si costruisce e si realizza sullo sfruttamento, oltreché del petrolio, anche di enormi masse di lavoratori-schiavi, gli unici a lavorare nelle petromonarchie del golfo.
La guerra, il bombardamento, la violenza, il respingimento, l’affogamento in mare è invece il modello che le “avanzate democrazie occidentali” propongono per affrontare le questioni del mondo. Del mondo reale di quello virtuale e persino di quello dei giochi dei nostri figli.
I due modelli hanno una cosa in comune: si fondano su una straordinaria disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza. Si reggono ed esistono perché una manciata di persone possiede la stragrande maggioranza delle ricchezze del mondo.
Eccole le radici dell’odio. Non è difficile da capire. Ma quell’odio, che ogni tanto si fa esplodere, serve ai nostri sistemi per rimanere in piedi. Sono le “nuove” armi di distrazione di massa. E devono creare paura, creare nemici, che sono i puntelli su cui questo demenziale e devastante sistema economico si regge ancora in piedi. Armi di distrazione di massa che devono essere sempre più potenti. Perché sempre più evidente è l’ingiustizia su cui questo sistema si basa. E sempre più difficile è camuffare l’ingiustizia da altro.