giovedì, Settembre 28 2023

Ho scelto. Ho scelto di candidarmi per un bel progetto che ha riunito nel nome di un ottimo programma politico tante belle persone che vengono da mondi diversi. Il progetto si chiama Etico, ed è la lista che Andrea Di Stefano già candidato (e ottimo secondo) alle primarie del centrosinistra lombardo ha saputo costruire.
La lista, che sostiene come candidato presidente Ambrosoli, dice cose non ambigue su temi per me preziosi: sanità, lavoro, diritti di tutti quelli che abitano e vivono la Lombardia e non privilegi della casta formigoniana.
Non è una coalizione di forze politiche. Non è una lista con un uomo solo al comando. E’ un bel programma politico attorno al quale ci riconosciamo in tante e tanti. Un bell’esperimento con tanto di arancione nei modi e nello stile.

Dice Andrea: “Dopo 18 anni di un uomo solo al comando vogliamo un’altra Lombardia. Una nuova macchina amministrativa, una nuova dirigenza, più trasparenza, più merito, 50% di donne nei posti di responsabilità, collegialità nel governo. Aprire una fase costituente a partire dalla revisione dello Statuto”.
Per questo lo voto.

Andrea propone un reddito per tutti, per ridurre la povertà relativa e facilitare l’utilizzo di tempo e strumenti per riqualificarsi e cercare meglio un lavoro nuovo. Ma non lo fa in modo ideologico o velleitario. Lo fa avendo fatto i conti in tasca alla Regione Lombardia e avendo trovato le risorse per garantirlo.
Per la creazione di nuovo lavoro, Andrea dice che si dovrebbero legare i contributi alle imprese (che sono tanti, in Lombardia) a queste premesse:
a) il piano industriale e di sviluppo dell’impresa
b) l’impegno al mantenimento della unità produttiva per almeno quindici anni dall’insediamento
c) l’impegno a non delocalizzare gli impianti produttivi o parte della produzione, anche laddove la delocalizzazione avvenga tramite cessione di ramo d’azienda o attività produttive dalla stessa appaltate ad aziende terze, se a questa consegue riduzione del personale
d) l’impegno a mantenere per almeno dieci anni i livelli occupazionali, o a incrementare gli stessi
e) l’assunzione della responsabilità sociale dell’impresa, intesa quale integrazione delle problematiche sociali e ambientali nelle attività produttive e commerciali e nei rapporti con i soggetti che possono interagire con le imprese medesime.
E’ un economista, Andrea, e sul lavoro ha proposte concrete e fattibili, io non posso nemmeno provare a riassumerle, le trovate qui.
Per questo sto con lui.

Sulla scuola e sulla sanità dice una cosa molto semplice: basta con i regali e le agevolazioni alle scuole private:
a) Sì alla scuola pubblica: progressiva diminuzione dei fondi alle scuole private; nel 2011 l’80% dei 51 milioni destinati dalla Regione alla Dote scuola sono andati alle scuole private con il meccanismo del “Buono scuola” versato alle famiglie. Questo meccanismo costituisce di fatto un finanziamento alle scuole private, in contrasto con lo spirito della Costituzione che vede nella scuola pubblica un soggetto fondamentale per la realizzazione dei principi di libertà, uguaglianza e laicità;
b) i fondi devono essere utilizzati per un piano di formazione e aggiornamento permanente degli insegnanti con un’attenzione particolare ai temi di grande importanza pedagogica, culturale e sociale.
Per questo sto con lui.

Sulla sanità e sulle scuole, macchine mostruose che in Lombardia han fatto guadagnare miliardi  (più la sanità, ma anche le scuole private non scherzano) di euro ai privati, sulla pelle di chi sta male o di chi deve formarsi (che sarebbe un diritto di tutti), Andrea dice semplicemente che il pubblico è la priorità assoluta, e che su quello si deve investire.
Per questo sto con lui.

Sto con lui perché so che potrò, sempre che voi (e non solo voi) siate d’accordo, continuare a occuparmi di quello di cui mi sono occupato nei miei ultimi dodici anni di lavoro con e per Emergency: la costruzione di diritti, in modo pratico, concreto. Ospedali, salute, diritto di cittadinanza, pace, riconversione dell’industria bellica (quanta, in Lombardia), redistribuzione delle risorse.

P.S. Detto Maso è quello che si troverà sulla scheda elettorale. Tommaso Ferdinando Nogara Notarianni, detto Maso

Previous

Ecco cosa ci piacerebbe fare se vincessimo le elezioni (e come dovremmo fare per vincerle)

Next

Dico Maso

1 comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Check Also