martedì, Giugno 6 2023

Dato di fatto: la stragrande maggioranza dei cittadini di questo Paese, se potesse, chiuderebbe tutti i “politici” in una stanza e appiccherebbe il fuoco (citazione da un tassista, questo vero non di maniera giornalistica, sentito a Napoli). C’è poi una parte, molto minoritaria, di grande passione e militanza. Gran parte della quale non sta a destra ma a sinistra. Quella del popolo delle primarie, e quella parte che alle primarie non è andata a votare perché considera il Pd in qualche modo complice delle politiche devastanti di Monti e del suo governo. Da qui si parte.

Poi c’è confusione nel Pd, nonostante l’affermazione di Bersani abbia in qualche modo messo uno stop alla caciara. C’è grande confusione in chi pensava che Nichi Vendola potesse farsi carico di rappresentare tutti coloro che con l’agenda Monti non vogliono più avere a che fare e che si sono ritrovati orfani, perché Vendola non ha ottenuto il risultato che sperava (il suo obiettivo minimo era il 20 per cento)

Poi c’è un nascente Movimento Arancione: De Magistris, Ingroia, e le persone che con loro stanno cercando di dare una prospettiva e una rappresentanza a quella vasta, vastissima parte dei cittadini che non si riconoscono nelle politiche montiane del Pd, nei suoi tentennamenti sui diritti civili, nel suo essere guerrafondaio etc etc etc.

Sono tante, queste persone, molte delle quali ne sono certo, stanno anche nella categoria di coloro i quali chiuderebbero i politici in una stanza e appiccherebbero il fuoco, sempre per citare il nostro amico tassista.
Tanti di questi – ad oggi – non voteranno, altri voteranno Grillo per rabbia.

C’è anche un gran bisogno, nel nostro Paese, di avere rappresentati davvero i cittadini che non vogliono la guerra, chiedono un taglio drastico alla spesa militare, chiedono più investimenti nella scuola e nella ricerca, chiedono una legge sulla rappresentanza sindacale, chiedono una politica di riappropriazione pubblica e partecipata dei beni comuni, chiedono che si smetta di permettere guadagni miliardari sulla sanità, sulla scuola, sulla ricerca, chiedono politiche ambientali, politiche industriali costruite per il bene della collettività e non per favorire i pescecani della finanza.

Ma questa richiesta di rappresentanza può essere soddisfatta dal movimento arancione se si dimostrerà e si mostrerà come una novità su tutti i fronti. E qui non c’entra il renzismo, non è questione anagrafica. E’ questione di mettere in campo persone che vivono la realtà, che sono fuori dai palazzi del potere. E’ questione di imparare e raccontarsi e raccontare quel che si vorrebbe fare utilizzando un linguaggio comprensibile, e non un gergo di casta.

C’è un’altra questione, tipica a sinistra: si deve sconfiggere la sindrome del minoritarismo a tutti i costi. L’antagonismo di principio. La capacità unica che troppo spesso la sinistra ha avuto di individuare nel nemico non “il nemico di classe”, ma quello che ti sta di fianco e cha magri la pensa appena un po’ diverso da te.
Ancor di più se si andrà a votare, cosa pressoché certa, con questa legge elettorale. Il “movimento arancione”, oggi, sono De Magistris e Ingroia. O loro riescono a costruire qualche cosa di totalmente nuovo e a farla rappresentare da persone totalmente nuove chiarendo da subito di non essere antagonisti al centrosinistra, oppure la sacrosanta rabbia verso la politica e l’altrettanto sacrosanto voto utile chiuderanno questo capitolo in un angolino piccolo piccolo della storia politica di questo Paese. Ad oggi, il Pd si dovrà per forza appoggiare ad una gamba centrista. Sarebbe cosa buona e giusta se ci si affrettasse a costruire un’altra gamba, per far appoggiare il Pd a sinistra.

Se ci riusciranno potranno davvero cambiarla, la storia non solo politica di questo Paese. Le premesse per riuscirci ci sono, nonostante il fermento di molti apparati più o meno di partito che vorrebbero attaccarsi al carro. De Magistris ha detto chiaramente che non gioca a far la rappresentanza, ma che vuol correre per vincere.
Buon vento. Sarà un piacere veder gonfiare, finalmente, delle vele nuove.

P.S. Appuntamento il prossimo 12 dicembre, a Roma.

 

 

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2 comments

  1. “C’è anche un gran bisogno, nel nostro Paese, di avere rappresentati davvero i cittadini che non vogliono la guerra, chiedono un taglio drastico alla spesa militare, chiedono più investimenti nella scuola e nella ricerca, chiedono una legge sulla rappresentanza sindacale, chiedono una politica di riappropriazione pubblica e partecipata dei beni comuni, chiedono che si smetta di permettere guadagni miliardari sulla sanità, sulla scuola, sulla ricerca, chiedono politiche ambientali, politiche industriali costruite per il bene della collettività e non per favorire i pescecani della finanza”.

    Io voglio tutto questo e voterò Sel alle prossime elezioni.
    Voterò Sel perchè voglio un’alleanza progressista che abbia due gambe riformiste: una più “moderata” (pd) e una più “radicale” (Sel).
    Se Sel riuscirà a coniugare rinnovamento e radicalità nelle posizioni, non riesco a comprendere la necessità di una lista “arancione” che faccia da terza gamba!!!

    P.S.: Non sono un militante di Sel ma semplicemente un elettore del centrosinistra (non ho votato alle primarie) che crede nel cambiamento e ad una uscita “a sinistra” dalla crisi.

    1. Scelta legittima, assolutamente. Ma io credo che il ruolo di gamba sinistra Sel lo abbia già esaurito partecipando alle primarie. I termini dell’accordo, che sono sui contenuti, sull’organizzazione e sulla garanzia di avere degli eletti sono già chiusi. E sinceramene a me l’odore di sinistra non basta. Vorrei per una volta vedere e toccare con mano, non solo annusare.

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