mercoledì, Novembre 29 2023

siriaolioicoHo visto la guerra. Troppe volte e in troppi Paesi diversi. Mai l’ho vista risolvere qualcosa; al contrario, non fa che aumentare odio e divisioni, ieri in Iraq, oggi in Siria.
Non possiamo chiamarci fuori, sono d’accordo. Ma dobbiamo smettere di pensare che la guerra sia la prosecuzione della politica. La specie umana si evolve. Impariamo a allontanare da noi quella che è – oggi come ieri – la più terribile tra le barbarie che la specie umana (e solo quella) abbia inventato. Non c’è più nulla, ma proprio nulla, che le possa giustificare.
E costruiamo scuole e ospedali, e distribuiamo ricchezza invece di depredarla.

Per questo ho lanciato una petizione che vi invito a sostenere, diffondere e firmare.

Il popolo siriano è vittima quotidiana delle peggiori atrocità in una guerra civile che – secondo le Nazioni Unite – ha già fatto centomila morti e milioni di sfollati.

La situazione in Siria è drammatica, ma un intervento militare non servirà a pacificare il Paese. L’ultimo decennio ha mostrato che le guerre alimentano ed esasperano violenza e fondamentalismi di ogni tipo. È sufficiente guardare la Libia, l’Afghanistan, o l’Iraq “pacificato”, dove attentati e vittime civili continuano a essere all’ordine del giorno nell’indifferenza generale.

La guerra causa sempre vittime innocenti: più del 90 percento civili inermi.
Per questi motivi l’Italia ripudia la guerra. E la Costituzione non dice che l’Italia può cedere sovranità per fare guerre ma, anzi, afferma che il nostro Paese pur di assicurare pace e giustizia tra le Nazioni è disposta a “cedere parte della sua sovranità”.

Nessuno lavora sulla prevenzione dei conflitti e sul rispetto dei diritti umani, l’unica vera via per costruire la pace. Al contrario, la storia ci insegna che le grandi potenze soffiano sul fuoco per alleanze politiche o interessi economici, anche legati alla vendita di armi, ignorano le violazioni di diritti umani quando queste vengono commesse dai propri alleati.

Sarà il popolo siriano a fare le spese del prossimo intervento militare. Quel popolo ha bisogno della comunità internazionale, ma non dall’alto di un bombardiere: ha bisogno che sia la diplomazia, in tutte le sue facce, a farsi avanti, a costruire un tavolo di proposte con dei mediatori davvero credibili. Ha bisogno che la comunità internazionale smetta di considerare la guerra come opzione possibile: per costruire la pace è necessario praticare i diritti.
Un intervento armato non porterà soluzioni, ma un crescendo di lutti e disastri.

L’Italia si metta a lavorare per costruire nel mondo pace e diritti e si chiami fuori da questa guerra, chiunque decida di farla.

PRIMI FIRMATARI:
Stefano Rodotà, Maurizio Landini, Maso Notarianni, Marcello Guerra, Cecilia Strada, Christian Elia, Fiorella Mannoia, Alessandro Gilioli, Alessandro Robecchi, Massimo Torelli, Guido Viale, Marco Revelli, Frankie HI-NRG MC, Stefano Corradino

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