Milano, primo maggio 2015. Un’occasione sprecata
Tutta la mia solidarietà al sindaco Giuliano Pisapia, alla città di Milano, ai cittadini cui un branco di imbecilli e delinquenti ha fatto danni. La sensatezza delle forze dell’ordine, che non hanno mai cercato lo scontro diretto, ha evitato il peggio. Scusate anche il ritardo di questo mio. Ma per non dire cose a caso sono stato dietro al branco di imbecilli fino a poco fa. Mi spiace anche per quelli che portavano idee giuste e sensate in quel corteo. E che sono stati resi anche loro nemici della città nel sentir comune.
Perché diciamolo, quella radicalità è nichilista, non ha nulla a che fare con le mie radici e ragioni. Con me non c’entra assolutamente nulla. E non parlo solo di quella del blocco nero. Ma di quella radicalità, che caratterizza gran parte di quello che viene chiamato “movimento”, che nasce dal filone nichilista degli anni ’70, e che forse non a caso ha riproposto via De Amicis come terreno del primo scontro.
Diciamo che tra le migliaia di persone che hanno partecipato alla mayday tanta parte non è contraria alla radicalità nichilista. Magari si incazza con i blackblock, ma la radice culturale è quella, la stessa dell’autonomia e non solo dell’autonomia. E anche questo è un discorso antico e purtroppo mai affrontato a fondo.
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