Paradosso ferroviario
Sarà che sono parecchio in Sardegna, e che qui per spostarsi da una parte all’altra dell’isola in treno sia una impresa da Indiana Jones, con ore e ore passate su treni con le marce (con le marce, la prima volta non ci potevo credere) perché vanno a diesel non essendoci la rete elettrificata in una regione che produce più energia di quanta ne consumi.
Sarà che la notizia viene data dopo quella di Renzi che dichiara che il ponte sullo Stretto di Messina, se lorsignori sono pronti, si farà (e porterà 100mila posti di lavoro, e farà progredire il sud, e unirà l’Italia e altre cazzate plateali simili).
Sarà che questa notizia del ponte che improvvisamente il nostro toscanello ha cambiato idea e adesso gli piace è stata magistralmente commentata dal mio amico Tancredi Tarantino con una letterina a Renzi di questo tenore:
Ciao Matteo,
oggi ho letto della tua apertura a Impregilo per il tanto atteso ponte sullo Stretto. E allora io che sono di Marsala mi sono affrettato a cercare un biglietto del treno per Messina, chè l’inizio della grande opera non me lo voglio perdere.
Solo che Trenitalia mi dà un’unica opzione da Marsala a Messina ed è questa: 8 ore, 41 minuti e 4 cambi per percorrere 350 km.
Che dici lo compro lo stesso o arrivo troppo tardi?
Fammi sapere il prima possibile che il prezzo è buono e non vorrei perdere l’offerta.
Sarà che per andare da Bari a Matera si rischia la pelle perché le ferrovie italiane sono ancora ad una corsia e non automatizzate.
Sarà che vengo da Milano, città nella quale i pendolari sono costretti ad arrivare in macchina perché non ci sono treni decentemente programmati per gestire il flusso dei lavoratori che arrivano ogni giorno.
Sarà che una azienda di Stato come le ferrovie dovrebbe essere di interesse strategico e dovrebbe servire (quella sì) ad unire il Paese tutto e non solo quello che si può permettere di spendere 100 euro per andare da Milano a Roma.
Sarà che in questo periodo mi sto occupando di parallele convergenti, che non esistono ma guardando dei binari un po’ sembra che invece ci siano davvero.
Saranno tutte queste cose insieme, ma a me leggere che Ferrovie dello Stato investirà nel prossimo decennio in AUTOBUS e in strade per gomma mentre il resto del mondo civile sta espellendo il trasporto su gomma dalle città e dalla gestione delle merci mi fa abbastanza imbizzarrire.
Sì, lo so, anche le Deutsche Bahn diversificano gli investimenti. Ma in Germania i treni ci sono e funzionano bene.
A proposito di imbizzarrire: perché diavolo le Ferrovie dello Stato non investono in diligenze?