Sabato a Roma. Non per difendere la Costituzione, ma per costruire un nuovo Paese
Nessuna retroguardia. Anzi.
Viviamo in un mondo sbagliato, su questo in pochi hanno ancora dubbi. Ma è proprio il mondo sbagliato che c’è adesso che vuole cambiare la Costituzione.
Le esperienze pratiche, concrete e reali di chi ci ha provato (e sono tante) dicono che si può fare. Che non dobbiamo pù cascare come allocchi quando “ci” dicono che tutto questo è inevitabile, che non ci sono alternative a questa via e panzane simili.
Le alternative ci sono. E ci si deve lavorare, possibilmente tutti insieme.
Non c’è da difendere una scuola che sforna l’80% di cittadini itaiani analfbeti funzionali. c’è da costruirla.Secondo i dettami della Costituzione e non secondo gli interessi di chi vuole un popolo bue.
Si può avere una sanità di qualità, universale pubblica e a costi infinitamente più bassi di quelli odierni. Bisogna costruirla, secondo i tettami della Costituzione e non secondo gli interessi di chi specula (case farmaceutiche, industria della sanità privata) sulla pelle delle persone.
Si possono gestire quelle che una volta si chiamavano municipalizzate e che oggi sono delle S.p.a. (acqua, luce, gas per ntenderci) senza che siano pozzi senza fondo di inefficienza e sprechi di danaro e risorse ma nel contempo garantendo l’universalità di servizi che sono un diritto di tutti.
Si può avere una dignità del lavoro, si può combattere e forse anche vincere la disoccupazione e la precarità di massa.
Si possono risolvere i conflitti senza spianare villaggi, scuole, fabbriche, ospedali.
La Costituzione dice una cosa, e si articola sulla base di quella: il profitto (che è cosa lecita) deve essere subordinato all’interesse generale. Un Paese costruito su questa base ancora non c’è, ed è per questo che la Costituzione può e deve essere agenda politica, e non difesa dell’esistente.